Operare con i minori che hanno subito violenze o soprusi non è facile. Dargli gli strumenti per riprendersi una dignità, per inserirsi nella società e nel lavoro è un?impresa quasi impossibile. Però gli operatori della Cossea non si arrendono e ci provano ogni volta.
Finora sono passati più di duecento giovani, che avevano subito maltrattamenti rimanendone segnati. «Qualcuno l?abbiamo mandato come apprendista in negozi di persone amiche», racconta Pino Candido. Il lavoro però non si ferma e la prospettiva che si vuole dare è sempre quella dell?inserimento e di un percorso di studio pur tra mille difficoltà.
Molti di questi ragazzi rimangono nelle strutture della cooperativa Cossea, continuando a lavorare: «Perché talvolta non c?è un dopo e loro non hanno dove andare e con chi stare».
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